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Sei azioni per favorire lo sviluppo, dalla sburocratizzazione alle campagne informative. In Fiera con l’Enoteca dedicata

I vigneti italiani sono sempre più verdi. Oggi vengono coltivati a biologico oltre 133mila ettari, vale a dire il 22% delle superfici vitate nazionali. Numeri importanti che, da un lato, potrebbero crescere di più rimuovendo gli ostacoli soprattutto burocratici per le imprese agricole e, dall’altro, restano ancora poco visibili sul fronte dei consumi con cittadini non così informati e coinvolti.

Per tutto questo Cia-Agricoltori Italiani, insieme alla sua associazione di riferimento Anabio, ha scelto di portare al Vinitaly 2024 l’Enoteca Bio, una mostra permanente dei vini delle aziende biologiche associate, all’interno dello spazio confederale nel Padiglione 10 stand C3, organizzando al contempo il ciclo di incontri “I vini biologici… un racconto diVino”, momenti di confronto pubblico con i produttori tra storie e degustazioni.

Una doppia iniziativa realizzata nell’ambito del progetto “Il biologico tra tradizione e innovazione”, finanziato dal Masaf, proprio con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le produzioni bio nazionali.

D’altra parte, nonostante l’incremento delle superfici bio a vite (+160% dal 2010), con Sicilia e Toscana regine sul podio green, tuttora rimane limitata la produzione (3 milioni di ettolitri il volume di vino biologico, pari al 6% del totale nazionale) e ancora più esiguo il consumo, pari all’1-2% delle vendite complessive.

Ecco perché Anabio e Cia rilanciano dalla più grande fiera del vino un memorandum in sei mosse “con lo scopo -sottolinea il presidente nazionale di Anabio-Cia, Giuseppe De Noia– di superare le difficoltà attuali e rilanciare lo sviluppo del settore”.

Si parte dallo snellimento delle procedure di certificazione di processo e di prodotto nonché dalla sburocratizzazione per favorire la conversione al bio delle aziende; continuando con l’attivazione di campagne informative e di comunicazione mirate a incentivare i consumi dei prodotti bio e a stimolare la domanda dei consumatori, in una fase in cui l’attenzione ad ambiente e sostenibilità è sempre più diffusa. Prevedendo anche sgravi fiscali ai protagonisti del settore e maggiori sostegni a ricerca, innovazione e formazione. Assicurando, infine, l’uniformità delle regole all’interno dell’Ue riguardo la produzione e la commercializzazione del bio.

 

Fonte cia.it