L’Assemblea annuale di Agia-Cia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia, ha tracciato il profilo dei futuri protagonisti dell’agricoltura: figure specializzate, con competenze trasversali e capacità di innovare.
Tuttavia, l’accesso alla terra, che raggiunge i 29 mila euro a ettaro, rappresenta ancora una barriera per molti giovani.
Nuove professioni: verso un’agricoltura tecnologica e innovativa
L’agricoltura moderna richiede professionisti inediti come data analyst, green manager, biodiversity champion e persino agrinfluencer. Queste figure sono il simbolo di un settore che sta evolvendo, trainato dai giovani che introducono competenze avanzate e approcci innovativi.
Secondo il presidente di Agia-Cia, Enrico Calentini, è tempo di superare i luoghi comuni: “Non basta un pezzo di terra per fare impresa. Servono capitali, competenze specifiche, soft skill manageriali e, soprattutto, condizioni infrastrutturali adeguate per far prosperare le aziende agricole”.
I dati: agricoltura giovanile tra sfide e opportunità
In Italia, le imprese agricole guidate da giovani sono quasi 53 mila, ma si registra un calo dell’8,5% negli ultimi sei anni, con una flessione del 4,8% nell’ultimo anno. Questo trend è accompagnato da un generale invecchiamento demografico e dall’abbandono delle aree interne, che interessa i giovani al doppio della media nazionale.
Nonostante queste difficoltà, l’agricoltura giovanile si distingue per la capacità di generare ricchezza. Le aziende under 40 producono una media di 82,5 mila euro ciascuna, superando nettamente i 50 mila delle altre imprese. Anche la produttività per ettaro, pari a 4,5 mila euro, è il doppio rispetto alla media europea. L’Italia eccelle grazie alla specializzazione in coltivazioni a elevato valore aggiunto e a un mercato dell’agricoltura 4.0, che vale 2,1 miliardi di euro e cresce dell’8% ogni anno.
Competenze digitali e innovazione: il futuro del settore primario
Il digitale rappresenta una grande opportunità per l’agricoltura e un forte richiamo per i giovani. La domanda di figure professionali specializzate cresce, con esperti di robotica, sistemi satellitari, intelligenza artificiale e climate smart advisor che promuovono strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
Altre professionalità richieste includono agronomi e biologi impegnati nella tutela del suolo, della biodiversità e nella riduzione degli sprechi, nonché esperti di marketing digitale capaci di valorizzare l’agricoltura sui social media. In Italia, gli oltre 20 mila laureati under 40 titolari di aziende agricole dimostrano che il settore sta diventando sempre più qualificato e tecnologico.
La voce di Agia-Cia: politiche innovative per i giovani agricoltori
Secondo Calentini, è necessario investire in modo sinergico, coinvolgendo più settori produttivi, la ricerca scientifica, la tecnologia e l’istruzione. “Non è solo una sfida agricola, ma un impegno che riguarda tutto il sistema produttivo italiano. La politica deve adottare approcci più coraggiosi e innovativi, con maggiori fondi Pac, risorse dedicate all’imprenditoria giovanile e investimenti mirati per sostenere il ricambio generazionale”.
Sfide future e ricambio generazionale
Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia, ha sottolineato l’importanza della valorizzazione delle aree interne e della battaglia per il reddito degli agricoltori. Il ricambio generazionale sarà centrale nelle strategie future, con un appuntamento chiave a Bruxelles nel 2025 per contribuire alla strategia annunciata dal commissario Hansen.
“Le istanze dei giovani agricoltori -ha dichiarato Fini- sono fondamentali per il futuro dell’agricoltura. Dobbiamo rispondere con interventi concreti, investendo in innovazione, infrastrutture e politiche che rendano l’agricoltura più accessibile alle nuove generazioni”.
Fonte cia.it