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L’Unione Europea torna a puntare il dito contro il vino, con una proposta che sta facendo discutere e preoccupare il mondo agricolo.

Nel documento pubblicato lo scorso 4 febbraio dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare, viene avanzata l’idea di imporre sulle etichette del vino la dicitura “nuoce gravemente alla salute”, equiparando di fatto il consumo di vino a quello di prodotti altamente nocivi.

Una scelta che Cia-Agricoltori Italiani giudica puramente ideologica e inaccettabile, come sottolineato dal presidente Cristiano Fini, che ha preso una posizione netta contro questa misura. “Riteniamo assurdo imporre un’etichettatura allarmistica, così come l’idea di aumentare le imposte già elevate sul consumo del vino” – ha dichiarato Fini – evidenziando come questa proposta rappresenti un attacco diretto al settore vitivinicolo europeo, che dà lavoro a 1,3 milioni di persone lungo tutta la filiera.

Secondo il presidente di Cia, questa iniziativa della Commissione Europea non sembra affatto in discontinuità con le politiche restrittive del passato, nonostante le molteplici dichiarazioni di intenti sulla volontà di tutelare il comparto agricolo. Un atteggiamento che preoccupa il settore, già alle prese con sfide economiche e climatiche sempre più complesse.

Dal punto di vista scientifico, il rapporto tra vino e salute è oggetto di studio da decenni, e numerose ricerche condotte da esperti autorevoli dimostrano come un consumo moderato possa avere effetti protettivi, in particolare contro le malattie coronariche e le patologie legate allo stress ossidativo. Equiparare il vino ad altre sostanze nocive significa ignorare completamente questa evidenza scientifica e mettere in difficoltà un comparto che è parte integrante della cultura e dell’economia italiana.

Per questo, Cia-Agricoltori Italiani lancia un appello agli europarlamentari italiani, affinché si mobilitino per bloccare il documento in sede di Parlamento e di Consiglio UE.

Il vino non è solo un prodotto agricolo, ma un simbolo della nostra tradizione e della nostra storia. Affrontare il tema della salute pubblica è fondamentale, ma farlo in modo ideologico, senza basi scientifiche solide e senza tenere conto delle ricadute economiche e sociali, rischia di arrecare un danno enorme a un settore che ha già dimostrato di sapersi evolvere e innovare nel rispetto della qualità e della sicurezza dei consumatori.