Occorre 1 miliardo e 306 milioni di euro per cominciare a tradurre in pratica la riforma
della non autosufficienza approvata a marzo, passando dalle parole ai fatti. Lo chiede il
Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, presentando una proposta che
guarda all’oggi e al domani.
Il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza propone di utilizzare la Legge di Bilancio per
avviare un Piano di Legislatura che attui progressivamente la riforma e presenta un’analisi anche
delle risorse economiche necessarie a ridefinire già dal 2024 i principali ambiti del settore:
assistenza domiciliare, servizi residenziali e trasferimenti monetari. La proposta, che include 7
paper di approfondimento, è costruita così da richiedere un finanziamento sostenibile per le casse
dello Stato: serve 1 miliardo e 306 milioni di Euro nel 2024, suddivisi in 835 milioni dalla sanità e
471 milioni dal sociale.
Esistono 10 milioni di persone che la politica ha sempre trascurato: sono gli anziani non
autosufficienti, i loro caregiver familiari e chi li assiste professionalmente. A marzo è stata approvata
la legge di riforma dell’assistenza, attesa da 25 anni: può rappresentare quella svolta tanto attesa.
Ma se i suoi obiettivi rimarranno solo parole, l’unico effetto sarà stato quello di accrescere la
frustrazione dei tanti coinvolti.
La proposta – già anticipata dal Patto al Viceministro al Welfare, On. Maria Teresa Bellucci,
coordinatrice dei decreti attuativi della riforma, con la quale il Patto si confronta positivamente da
tempo – guarda all’oggi, cominciando a fornire migliori risposte ad anziani e famiglie. “Non si può
continuare a stare fermi. È necessario agire senza indugi per iniziare a dare sollievo alle loro pressanti
necessità”, dichiarano le organizzazioni del Patto. “Allo stesso tempo, la proposta serve a costruire il
futuro: individua i primi passi del percorso pluriennale necessario per tradurre la riforma in pratica,
che incontrerà certamente notevoli, spesso inattese, difficoltà”.
La realtà della non autosufficienza è estremamente varia e richiede, dunque, risposte differenziate
e complementari. S’intende, pertanto, agire già dal 2024 in ciascuno dei principali ambiti del
settore: assistenza domiciliare, servizi residenziali e trasferimenti monetari. La proposta presenta,
infatti, l’introduzione di un servizio di assistenza domiciliare per gli anziani non autosufficienti,
sinora assente nel nostro Paese; l’innalzamento della qualità dell’assistenza nelle strutture
residenziali e ciò implica l’incremento delle ore quotidiane che i professionisti della cura dedicano
ad ogni anziano; il rafforzamento dei contributi monetari statali, incrementandoli per coloro i quali
si trovano in condizioni più gravi e per chi li utilizza al fine di remunerare gli assistenti familiari in
modo regolare.
Fonte Associazioni del Network Non Autosufficienza (ANP-CIA)