Appello alla politica: tutelare una filiera in crescita, non cancellarla
Cia-Agricoltori Italiani torna a chiedere al Parlamento di eliminare il divieto di coltivazione della canapa industriale previsto nell’articolo 18 del Decreto Sicurezza. L’appello è stato rilanciato oggi in occasione della conferenza stampa promossa dall’On. Stefano Vaccari, con la partecipazione delle principali organizzazioni del settore.
Un settore da 2 miliardi e 23mila posti di lavoro a rischio
Secondo Cia, il divieto avrebbe un impatto devastante: cancellerebbe di fatto l’intero comparto del fiore di canapa industriale, che in Italia conta circa 23mila addetti e un volume d’affari pari a 2 miliardi di euro. Si tratta di una realtà dinamica, innovativa, che ha attratto giovani imprenditori agricoli, incentivando la nascita di nuove professionalità e produzioni di qualità, in gran parte destinate all’export (60%).
Innovazione, ricerca e sostenibilità: la canapa come risorsa per l’agricoltura
Cia sottolinea che la coltivazione di canapa a basso contenuto di THC, pienamente conforme alla normativa, ha favorito lo sviluppo di competenze all’avanguardia: genetisti, selezionatori di semi, esperti di nutrienti e tecnologie di irrigazione, oltre a figure specializzate nel “nursing” delle piante, capaci di garantire standard elevati e uniformità produttiva.
Richiesta un confronto istituzionale presso il Ministero dell’Agricoltura
Per Cia è ora urgente aprire un tavolo istituzionale di filiera presso il Ministero dell’Agricoltura, coinvolgendo tutte le associazioni di settore e in particolare quelle che rappresentano gli agricoltori. Obiettivo: arrivare a una regolamentazione ragionevole, condivisa e coerente con le direttive europee, capace di valorizzare il potenziale economico del comparto, invece di affossarlo.
“Gli imprenditori del settore meritano di essere ascoltati – afferma Cia – e il governo ha il dovere di confrontarsi con chi, attraverso la canapa, ha creato valore, occupazione e innovazione per il Paese”.