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Fare squadra per promuovere distintività Made in Italy agroalimentare e valore delle imprese. Il presidente nazionale Fini dall’evento del Ministero degli Affari Esteri alla Reggia di Caserta

“Serve sempre più diplomazia alimentare con l’agricoltura davvero al centro, promuovendo la distintività e l’eccellenza delle produzioni agroalimentari Made in Italy, insieme al valore delle imprese del settore. Fare squadra su questi asset è fondamentale anche per salvaguardare il comparto da attacchi distorsivi e speculazioni”. A dirlo, è il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini intervenendo, oggi, nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta, all’evento del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. In merito al focus dell’incontro su “Dieta Mediterranea strumento di diplomazia”, il presidente nazionale di Cia ha anche sottolineato come sia, oggi, ancora più urgente e cruciale “lavorare insieme per rafforzare il ruolo della Dieta Mediterranea, patrimonio Unesco e leva strategica per la sicurezza alimentare globale, compromessa gravemente con la guerra in Ucraina”. Con l’export agroalimentare che nel 2021 ha raggiunto il record storico di 52 miliardi di euro “possiamo capitalizzare una crescita importante del Made in Italy all’estero, ma serve ora -ha precisato- maggiore impulso alla valorizzazione delle produzioni, dal comparto olivicolo a quello orticolo, passando per l’ortofrutta, i cereali e la zootecnia. Azioni, misure e politiche che devono mettere al riparo dai conflitti internazionali proprio le filiere espressione della Dieta Mediterranea e renderle più protagoniste su nuovi mercati e, in particolare, negli scambi sul Mediterraneo”. “Dobbiamo avere posizioni chiare in Europa -ha aggiunto il presidente nazionale di Cia- perché gli interessi degli agricoltori e la qualità del loro lavoro e delle loro produzioni vengano rispettati. La sostenibilità è ancora un obiettivo, ma partendo dalla tutela del reddito delle imprese, il cui carattere distintivo è un patrimonio inimitabile, legato a biodiversità e territorio, a un intero sistema culturale, improntato alla salubrità e alla qualità degli alimenti. Solo con questi presupposti, una visione d’insieme condivisa e di sistema -ha concluso Fini- la Dieta Mediterranea può esprimere al meglio le sue enormi potenzialità”.

Fonte ciacalabria.it