Il punto sul settore all’incontro a MyPlant&Garden con la partecipazione del sottosegretario Patrizio La Pietra
Il settore florovivaistico di fronte all’emergenza siccità e a una situazione di mercato critica, dopo un biennio segnato da pandemia, aumenti record delle materie prima e crisi energetica. Questo il punto di partenza del convegno tenutosi oggi dall’Associazione dei Florovivaisti Italiani di Cia-Agricoltori Italiani, “Italia VS Europa: il mercato delle piante”, nell’ambito della fiera MyPlant&Garden a Milano Rho. Ha aperto il convegno Aldo Alberto, presidente dell’Associazione dei Florovivaisti Italiani, ricordando i problemi storici del florovivaismo nazionale, che ancora stenta a fare sistema come accade all’estero. “Siamo ancora troppo legati all’iniziativa imprenditoriale del singolo imprenditore. Non è più rinviabile il riconoscimento del nostro settore, che si deve realizzare con un ufficio dedicato al Masaf e una legge quadro, da lungo tempo attesa -ha dichiarato Alberto-. E’ inoltre importante una buona dose di programmazione economica per incrociare la domanda e l’offerta di prodotto”. “Il florovivaismo non deve più essere la Cenerentola dell’agricoltura”, così il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra, nel suo intevento. “Il settore ha bisogno di strategie di lungo termine, con una adeguata programmazione economica, frutto di una fattiva collaborazione di tutti i distretti interessati. Il ministero dell’Agricoltura farà la propria parte garantendo un’interlocuzione diretta con le associazioni di categoria”. Anche per La Pietra è fondamentale valorizzare il florovivaismo inquadrandolo in una legge che attribuisca a ciascun attore della filiera le singole competenze e prende l’impegno a nome del Governo di portare a termine l’obiettivo entro la fine della legislatura. Sull’export del florovivaismo nazionale è intervenuta Cristina Chirico, responsabile per Cia dell’internazionalizzazione. “L’esportazione si conferma sempre di più una componente essenziale del reddito dei nostri produttori. Occorre rafforzare il Made in Italy florovivaistico attraverso strumenti innovativi di promozione e strategie di comunicazione che abbiano l’obiettivo di una maggiore diversificazione delle destinazione nei mercati extra Ue. Senza dimenticare la crescita di domanda internazionale verso un prodotto sostenibile”. Chirico ha sottolineato soprattutto l’importanza dei Paesi terzi, in virtù del +50% nel mercato Usa realizzato dall’Italia nell’ultimo anno: “Durante la pandemia, il processo di delocalizzazione in alcuni Paesi del Sud America si è rallentato e questo potrebbe rappresentare un vantaggio per le nostre produzioni territoriali”. Chirico ha, infine, sottolineato l’importanza dei programmi di promozione che vanno in futuro incentivati per dare un’ulteriore spinta al settore. Il presidente Cia, Cristiano Fini, ha concluso l’evento ricordando quanto è stato fatto da Cia in questi anni con la nascita di un’associazione dedicata al florovivaismo, necessaria per aggregare il mondo produttivo e permettergli di avere maggiore visibilità con gli interlocutori istituzionali italiani e stranieri. “Mi rallegro delle positive dichiarazioni del sottosegretario La Pietra sulla legge quadro e guardo con grande favore alla convocazione dell’incontro interministeriale sul problema della siccità da parte della premier Meloni -ha evidenziato Fini-. Oltre a quanto detto da Chirico sull’export, ribadisco anche l’importanza dello stimolo dei consumi interni, aumentando il potere d’acquisto degli italiani grazie a nuove misure sul taglio del cuneo fiscale”.
Fonte cia.it