I mulini azionati dall’acqua in Calabria
Quando ho intrapreso la ricerca dei mulini ad acqua non pensavo che nel territorio calabrese ve ne fossero così tanti. Per raggiungere i mulini animati dall’acqua si percorrono sentieri che conducono all’alveo del torrente e si attraversa il canale in cui scorre l’acqua udendone il gorgoglìo.
Una volta raggiunto il mulino, si resta sorpresi da una così maestosa e imponente torre o saetta e ci si ferma ad ammirare la ruota orizzontale che, colpita da un forte getto dell’acqua, vorticosamente gira. Nell’attraversare l’uscio che porta nel locale molitura, si resta catturati dal rumore cadenzato del legnetto o battola, che striscia sulla macina, provocando la caduta dei chicchi di grano all’interno dell’occhio della mola.
Un mestiere di dedizione e abilità
Sulle tavole consumate della tramoggia si trovano affisse l’immagine sacra del Santo o di Gesù, a protezione del buon esito della molitura. Nell’aria aleggia il profumo della farina, che a piccoli sbuffi fuoriesce dallo sfregamento tra la mola soprana e la mola sottana.
Il racconto del mugnaio cattura l’attenzione, narrando di quanto impegno sia necessario per la conduzione di un tale opificio idraulico e di quanta dedizione ci voglia per mantenerlo attivo. Il mugnaio, oltre alla sua arte, era spesso anche falegname, muratore, scalpellino e fabbro, governando le acque dei torrenti per mantenere costante la portata.
La decadenza e l’abbandono
Nel territorio calabrese si contano più di duemila mulini che hanno operato nel corso dei secoli. Tuttavia, l’emigrazione, le piene e l’avvento delle nuove tecnologie hanno provocato il loro abbandono, cedendo il posto ai mulini elettrici, più produttivi e di facile raggiungimento.
Oggi, molti mulini sono ridotti a ruderi: la natura ha preso il sopravvento, ricoprendoli di rovi e trasformandoli in simboli di un’epoca. Tuttavia, visitandoli, si rievoca un passato che invita a proteggere ciò che resta, attivando ristrutturazioni o consolidamenti.
Censimento dei mulini ad acqua della Calabria
La ricerca dei mulini ad acqua della Calabria è iniziata due anni fa, con un censimento che ha portato alla mappatura di oltre 2000 mulini, molti dei quali ormai diruti. Il censimento è stato realizzato grazie a ricognizioni sul territorio, cartografie storiche e segnalazioni raccolte tramite il gruppo social “Mulini ad acqua della Calabria”.
Le province calabresi contano:
- Cosenza: 600 mulini
- Crotone: 45 mulini
- Catanzaro: 480 mulini
- Vibo Valentia: 315 mulini
- Reggio Calabria: 620 mulini
Restano circa dieci mulini ancora funzionanti, tra cui:
- Mulino Scarpino a Colosimi (CS)
- Mulino Perrotta a Paola (CS)
- Mulino Amodio a Bisignano (CS)
- Mulino Loiacono a Dràpia (VV)
- Mulino Ferraro a San Giorgio Morgeto (RC)
Mulini restaurati o a uso didattico
Diversi mulini sono stati ristrutturati o consolidati, come il Mulino Caruso a Filadelfia (VV), il Mulino del Giudice a Belmonte Calabro (CS) e il Mulino Forno a Bivongi (RC).
Visitare i mulini ad acqua è un’esperienza unica, che unisce la scoperta di un antico patrimonio storico alla bellezza del paesaggio naturale.
Giuliano Guido