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Secondo la Corte, gli importi attuali per gli invalidi totali sono insufficienti. Non dovrebbero essere al di sotto di 515 euro

La sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni d’invalidità, pronunciata recentemente, introduce un principio importante, ovvero che l’entità di una
pensione deve garantire a ogni cittadino la possibilità di assolvere ai bisogni fondamentali e, dunque, di condurre una vita dignitosa. Lo affermano l’Anp-Associazione nazionale pensionati e il Patronato Inac di Cia-Agricoltori Italiani, sottolineando l’importanza dell’atto che potrebbe aprire nuovi scenari sul fronte pensionistico, assistenziale e previdenziale.

Si tratta di una sentenza storica, non solo di carattere giuridico, che riconosce l’inadeguatezza dell’importo della pensione di invalidità civile e sollecita il legislatore a prevederne l’aumento, almeno al livello delle pensioni minime. Anp e Inac plaudono a questa pronuncia della Consulta, che interviene su una questione annosa, fonte di ingiustizia e di disagio sociale.
“Le argomentazioni della Corte Costituzionale -spiega Antonio Barile, presidente dell’Inac- valgono evidentemente anche per i pensionati con assegni al minimo (515 euro), mentre la Carta Sociale Europea individua in 650 euro la soglia minima da erogare. Per questo, è facile constatare la coerenza di Anp e di Inac Cia, nel rivendicare l’aumento delle pensioni minime a 650 euro, così come è giustificata e concreta la battaglia per istituire una pensione di garanzia per i futuri pensionati, con particolare riferimento agli agricoltori che, con le norme attuali, andranno a percepire assegni assai al di sotto delle prestazioni minime attuali, in tantissimi casi sotto i 300 euro mensili”.
“Consideriamo la sentenza della Corte come una sollecitazione al Parlamento – sottolinea Alessandro Del Carlo, presidente dell’Anp- e rivolgiamo ancora un appello alle istituzioni e alla politica affinché rivolgano la necessaria attenzione ai problemi sociali del Paese, alle tante criticità esistenti e mettano in campo azioni e misure dedicate alle tante famiglie in difficoltà”.
Per Anp e Inac-Cia, insomma, adesso bisogna porre rimedio velocemente e applicare la sentenza, inserendo un provvedimento specifico già nei prossimi decreti in preparazione. La crisi economica e gli effetti dell’emergenza Covid-19 hanno aggravato ulteriormente la condizione di tante persone costrette a vivere con pensioni da fame, ampiamente al di sotto di quanto prevede la Carta Sociale Europea.