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Il comparto agricolo dei territori di Reggio Calabria e Vibo Valentia sta attraversando un periodo complicato, dovuto agli andamenti delle precipitazioni degli ultimi mesi che mostrano un trend preoccupante, che mette in risalto uno stress idrico del territorio senza precedenti.

La Calabria occupa, insieme a Basilicata, Sicilia e Puglia, il primo posto della classifica delle regioni sottoposte a un elevato tasso di stress idrico, analizzando il rapporto tra prelievi idrici totali e disponibilità di acqua superficiale e sotterranea.

Le sorgenti idriche sono in calo del 50% e gli invasi sono pochi e obsoleti. È mancata negli anni un’attenzione alla loro manutenzione nonché alla progettazione di nuovi invasi e dighe per la raccolta delle acque destinate all’agricoltura.

Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova l’agricoltura, in particolare la fascia ionica reggina appare quella più in difficoltà. Le coltivazioni della vite di Bivongi, Palizzi, Pellaro, la produzione bergamotticola hanno avuto un crollo importante rispetto agli scorsi anni, mettendo in pericolo la tenuta economica e sociale del tessuto produttivo e delle aziende stesse.

Le produzioni di olio d’oliva e le orticole si sono ridimensionate in maniera trasversale sia sulla fascia ionica che su quella tirrenica del Reggino che sui territori del Vibonese. Di rilievo, nei territori della provincia di Vibo Valentia è la forte diminuzione delle rese delle coltivazioni foraggere, principale fonte di sostentamento per gli animali da allevamento, da cui consegue una riduzione delle produzioni lattiero-casearie di alta qualità tipiche del Monto Poro.

Il trend, analizzando i dati scientifici, appare in costante e continuo peggioramento. Le precipitazioni diminuiscono in maniera sensibile e gli eventi estremi aumentano in maniera esponenziale. La Calabria è ricca di risorse idriche, ma c’è uno spreco altissimo, non esiste una gestione razionale.

Per Cia Calabria Sud, servono azioni concrete per affrontare un problema che ormai è diventato strutturale per il nostro territorio. In particolare:

  • Un piano per immagazzinare le acque e utilizzarle nel momento del bisogno, anche attraverso la costruzione di piccoli invasi a basso impatto ambientale;
  • Il riciclo delle acque reflue ove possibile, attraverso impianti di depurazione che trattino le acque da poter utilizzare in agricoltura e nella gestione del verde urbano;
  • L’utilizzo della tecnologia applicata al settore primario per il risparmio idrico;
  • Il censimento di tutte le fonti e gli invasi presenti sul territorio utilizzabili in agricoltura.

Cia Calabria Sud, dopo aver ascoltato il grido di aiuto dei produttori agricoli, chiede che si proceda ad attivare lo stato di calamità naturale, così com’è già stato in Sicilia con numeri analoghi ai nostri, affinché le aziende possano avere un ristoro immediato, che non sia fine a se stesso, ma dia il via a una nuova e attenta progettazione e gestione delle risorse idriche calabresi.

 

Fonte cia.it