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Villaggio Masaf, Roma – Incontro tra il Commissario Ue all’Agricoltura Christophe Hansen e il presidente Cia, Cristiano Fini

Focus sul futuro dell’agricoltura europea: meno ideologia, più concretezza

Dal rilancio delle aree interne, al sostegno al reddito per i veri agricoltori, passando per la chiarezza sul bilancio europeo e la gestione delle sfide geopolitiche globali: questi i temi centrali affrontati durante l’incontro al Villaggio Masaf tra il Commissario Ue all’Agricoltura Christophe Hansen e il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini.

Fini ha espresso soddisfazione per il nuovo approccio della Commissione, improntato a pragmatismo, competitività e semplificazione, lasciando da parte i dogmi ideologici del passato. Un cambio di rotta netto rispetto alla visione della precedente legislatura, che spesso dipingeva gli agricoltori come ostacolo alla transizione ecologica.

Nuova visione UE: sostenibilità, ma con priorità economiche e sociali

Cia riconosce il valore della nuova strategia agricola Ue, che punta a rafforzare la redditività del settore primario e a promuovere l’innovazione tecnologica nei campi, pur mantenendo saldo l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Il nuovo corso evita eccessi ideologici e guarda alle reali esigenze degli agricoltori.

Particolare apprezzamento è stato espresso da Fini per l’introduzione di strumenti di gestione del rischio tramite la BEI, in grado di offrire alle aziende agricole una copertura contro i danni sempre più frequenti legati al cambiamento climatico.

Chiarezza sul budget UE e autonomia della PAC

Secondo Cia, è fondamentale chiarire le modalità di finanziamento dei nuovi strumenti annunciati dalla Commissione, soprattutto in un contesto in cui crescono le risorse destinate alla difesa comune. Serve un budget certo e adeguato per raggiungere gli obiettivi fissati.

Cia ribadisce il suo no all’unificazione tra fondi PAC e fondi di coesione, in quanto questo comprometterebbe l’identità stessa della Politica Agricola Comune. Serve invece una PAC semplificata, capace di ridurre gli oneri burocratici per le piccole aziende agricole e razionalizzare gli ecoschemi per premiare chi svolge davvero funzioni ambientali e sociali.

“Oggi una parte rilevante dei fondi PAC va a pochissimi beneficiari con grandi superfici e capitali consolidati, mentre la maggioranza delle piccole e medie imprese riceve sostegni minimi” – denuncia Fini.

Aree interne e tecnologie: servono azioni, non proclami

Cia chiede all’Europa di abbandonare gli slogan e passare a interventi concreti a favore delle aree interne: investimenti in infrastrutture fisiche e digitali, supportati anche da fondi di coesione. Le aziende agricole in queste zone sono presidio di biodiversità e identità territoriale, tutelando produzioni tipiche del Made in Italy.

Inoltre, è fondamentale garantire un uso sostenibile dei fitofarmaci, evitando restrizioni prive di alternative efficaci, e accelerare sull’adozione delle tecniche genomiche per la difesa delle colture.

“Ringraziamo il Commissario Hansen per l’impostazione più concreta e moderna – ha dichiarato Fini – ma ora serve la certezza di un budget adeguato per attuare quanto previsto. Ci appelliamo anche al ruolo di supervisione dell’agricoltura affidato a Raffaele Fitto, Vicepresidente esecutivo, affinché la revisione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) sia all’altezza delle sfide del settore”.

Cia conferma il suo impegno a rappresentare una visione realista, concreta e sostenibile dell’agricoltura europea: una PAC autonoma, innovativa e vicina ai veri agricoltori.

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